LANCIARE E RILANCIARE
Il settore lanci storicamente è sempre stato uno dei più complessi di tutta l’atletica leggera. Innanzitutto ci sono i problemi logistici, dato che trovare spazi idonei per far lanciare gli atleti non è facile, anche perché spesso nelle strutture sportive oltre ai problemi di sicurezza ci sono quelli di convivenza con altri sport (o giochi, come il calcio). Poi c’è un problema di reclutamento, comune a tutti i settori dell’atletica, ma nei lanci particolarmente acuto, perché trovare ragazzi con i giusti indici antropometrici coniugati a forza ed esplosività adeguate non è semplice. Terzo problema è l’allenamento: lo sviluppo della tecnica richiede molti anni e la preparazione condizionale è molto varia: potenziamento a corpo libero e con sovraccarico, balzi, sprint, ostacoli, policoncorrenza sono “ingredienti” imprescindibili. Infine c’è il problema “vocazionale”: pochi allenatori si specializzano nei lanci, visti tutti i succitati problemi e visto anche che spesso il settore vive un po’ ai margini dell’atletica, se paragonato al mondo delle corse, molto più frequentato.
Questa situazione è presente in tutta Italia, anche in Lombardia, e per ovviare a questo stato delle cose abbiamo cercato di “rilanciare i lanci”, se mi consentite il gioco di parole, con una serie di iniziative e di investimenti mirati. La struttura regionale infatti prevede oltre a un responsabile di settore, Marco Mozzi, anche un referente per ogni singola disciplina ed uno per i test e le analisi biomeccaniche. Inoltre stiamo portando avanti un progetto di crescita di un gruppo di giovani tecnici, per il quale è stato stabilito un percorso ad hoc di crescita delle loro conoscenze e competenze. Questa è un’iniziativa strutturata ed organizzata su un arco temporale di alcuni anni che mira a creare nuovi allenatori dei lanci per il futuro e , già nel presente, a essere di supporto all’attività giovanile delle società sul territorio.
Qui Marco Mozzi presenta con una nota il suo progetto, a seguire ci sono i lucidi che lo illustrano in modo più particolareggiato ed infine propongo, a puro titolo di esempio, tre analisi biomeccaniche. Esse risalgono a questa estate (sono state eseguite in occasione del raduno regionale) e sono utili perché vogliono proporre un protocollo di analisi accessibile a tutti ma al contempo sufficientemente rigoroso ed attendibile per poter supportare il lavoro tecnico degli allenatori.