di Gian Mario Castaldi
La prestazione sportiva oggi è sempre meno frutto del caso e dell’improvvisazione. E’ invece una sorta di hub in cui convergono sempre più conoscenze, competenze e sperimentazioni di varia natura. Mezzi di indagine sempre più sofisticati e, in molti casi, risorse economiche e professionali sempre maggiori vengono messe a disposizione degli atleti e della loro equipe e non c’è dubbio che la scienza stia facendo la sua parte: nel campo della nutrizione, nel campo delle neuroscienze, nel campo dell’ analisi biomeccanica, giusto per fare qualche esempio. Una delle nuove frontiere è senz’altro quella dell’ analisi del DNA. La mappatura del genoma umano è stata ultimata ormai quindici anni fa, nel 2003, e questa tappa è stata una pietra miliare per lo studio della genetica in campo sportivo.
La nostra introduzione si propone di dare degli spunti a chi vuole addentrarsi in questa materia complessa ed affascinante al contempo e, lungi dall’addentrarsi in aspetti tecnici, si limiterà a delle considerazioni generali. In particolare devono essere considerati tre aspetti.
1) LO STUDIO DEL DNA E’ ANCORA AGLI INIZI
Gli studiosi stanno portando avanti le loro ricerche a ritmo incessante e le scoperte sono all’ ordine del giorno, ma quali sono le reali ricadute in ambito sportivo è ancora presto per capirlo. Per essere chiari, da un test del DNA non si può capire a priori se un ragazzo diventerà un campione o meno e in quale disciplina, però delle linee di tendenza e delle correlazioni tra alcune caratteristiche genetiche e la predisposizione atletica sono ormai chiare. Quindi sottoporsi a un test, operazione che, sia detto per inciso, va fatta una volta nella vita, può senz’altro costituire un valore aggiunto per la carriera di un atleta.
2) IL DNA DEL SINGOLO ATLETA NON E’ IMMUTABILE AL 100 %. Infatti la comunità scientifica è concorde nel rigettare ciò che viene definito “determinismo genetico”; ciò significa che in parte il DNA è modificabile. In particolare immutabile è il corredo genetico, che è ereditario, mentre entro certi limiti si può intervenire nella sfera dell’epigenetica, ovvero con quelle modifiche del DNA che non intaccano la sequenza del patrimonio genetico ma che riescono comunque a modulare l’espressione dei geni associati, per esempio (ma non solo) alla crescita e alla struttura muscolare. Ci sono delle caratteristiche fisiche che è lampante siano ereditarie, come il colore degli occhi, ma su altre l’impatto dell’ allenamento è anche a livello genetico. In particolare si è visto che l’ esplosività è la flessibilità muscolare hanno una forte componente ereditaria e sono scarsamente allenabili, mentre i metabolismi aerobici e gli aspetti tecnici e tattici legati a uno sport sono maggiormente influenzabili dall’allenamento. In una posizione intermedia si pongono i metabolismi anaerobici, il VO2max e l’equilibrio.
3) IL NOSTRO DNA HA RICADUTE MOLTO AMPIE. Infatti deve essere chiaro che, al di là delle caratteristiche fisiche, il nostro DNA determina anche la nostra sfera cognitiva ed emotiva, ma è vero anche il contrario: l’epigenetica, ovvero la scienza che studia lo sviluppo, il funzionamento e l’evoluzione dei sistemi biologici, ha scoperto che esistono una moltitudine di fattori (anche di carattere ambientale e culturale) che influenzano ed operano al di fuori delle sequenze di DNA. In pratica pensieri sentimenti ed emozioni sono in grado di apportare modificazioni al progetto originario descritto nel DNA.
Se passiamo poi a considerare le caratteristiche fisiche, lo studio dei nostri geni ci dà importantissime informazioni su molti aspetti:
- Allenabilità, intesa come entità e velocità di risposta all’allenamento
- Intensità dell’allenamento ottimale, nel senso che alcuni atleti rispondono meglio a sedute di potenza e altri a sedute di resistenza. Voglio sottolineare che la predisposizione genetica ci dice come allenare tutte le capacità condizionali: per esempio alcuni velocisti potrebbero essere geneticamente predisposti per un allenamento estensivo delle loro qualità di sprint così come alcuni fondisti potrebbero esserlo per allenamenti intensivi delle proprie qualità di resistenza.
- Tempi di recupero, tra le sedute o tra gli esercizi all’interno della stessa seduta, per un ottimale ripristino delle qualità fisiche e per la gestione dei DOMS
- Predisposizione agli infortuni
- Intolleranze e sensibilità alimentari e loro interferenze con l’allenamento e con gli stati infiammatori.
IL PROGETTO DNA & SPORT
Dopo queste note introduttive presentiamo il progetto del dott. Riccardo Longinari, che in Lombardia, e non solo, ha promosso questi concetti tramite la sua associazione “Silva Liberti 2013” e al quale abbiamo rivolto delle domande per inquadrare la materia.
1) Si sente molto parlare di DNA negli ambienti sportivi, ma l’approccio alla materia è timoroso, forse perché la materia è ancora “nebulosa” per molti. Allora ti chiedo: perché può essere importante un’indagine del DNA di un atleta?
Siamo tutti atleticamente “diversi”, e una parte di questa differenza è il risultato del nostro profilo genetico. Geneticamente, ci sono le differenze che tutti vediamo, come il colore degli occhi e dei capelli, ma ci sono anche le differenze che non “vediamo”:
- Il modo in cui metabolizziamo i nutrienti
- Il modo e la velocità con cui trattiamo-eliminiamo le tossine
- Il modo in cui reagiamo alle diverse tipologie di esercizio
- Il modo in cui interagiamo con l’ambiente
Dal punto di vista organizzativo la sport-genomica si concentra non sui pregiudizi legati a questo o quel metodo d’allenamento, ma sulla ipotetica risposta “individuale” ai vari tipi d’allenamento basandoci sulle informazioni ricavate dal test genetico.
2) All’atleta e all’allenatore quali informazioni dà? e quali invece non dà?
Il total genotype score (TGS) partendo dagli alleli associati alla performance di endurance o sprint/power costruisce un accelerometro assegnando percentuali da 0 a 100, dove 0 rappresenta la presenza di tutti i polimorfismi sfavorevoli e 100 la presenza di tutti i polimorfismi ottimali…indaga se l’atleta è in possesso dei profili poligenetici per disciplina sportiva in base alle sequenze associate e non alle categorie di prestazione.
Ti dice quanto e come allenarti usando il “tuo metodo” di lavoro, studia la risposta migliore al training che stai sostenendo programmando nel tempo sia il volume che l’intensità… non può dirti quale è il metodo migliore per te.
Sapere in anticipo se recuperiamo in fretta o meno, quali sono le zone del nostro corpo più a rischio quando lo spingiamo al max… mi sembra una cosa molto importante. Quanti infortuni si potrebbero evitare? …con un grande risparmio di soldi, tempo e frustrazioni psico-fisiche!!!
3) La conoscenza delle caratteristiche genetiche può indirizzare la carriera e l’allenamento degli atleti?
Quello che devi sapere prima… cosa mi dirà il test genetico?
- L’evidenza mostra che il modo in cui rispondiamo all’esercizio fisico è influenzato dalla genetica. Non sarà l’intera immagine da solo, ma sarà una parte dell’immagine.
- Variazioni nel nostro profilo genetico possono aiutare a spiegare perché alcune persone vedono una risposta migliore a diversi tipi di esercizio.
- A seguito di un programma di esercizio guidato geneticamente dal pannello DNAFIT ha mostrato fino a tre volte miglioramenti nella formazione rispetto alla formazione geneticamente non corrispondente.
Quello che devi sapere prima… cosa non dirà il test genetico?
- Non ci sono prove che suggeriscono che conoscere il nostro profilo genetico può essere usato per dirci che tipo di sport possiamo o non possiamo essere bravi.
- Con il test genetico non si identificano i campioni!
4) Da quanto tempo esistono queste metodiche? quanto sono diffuse? nelle altre nazioni le usano? chi sono le società che fanno questi esami? esistono delle banche dati? e, se sì, sono accessibili ai privati?
La sport-genomica è una scienza giovane, viene considerata una scienza trasversale tra la biologia molecolare e le scienze motorie. Tutto è partito con il Progetto Genoma Umano negli Stati Uniti attorno al 1990, nel 2003 fu identificato con successo la sequenza del genoma umano, nel 2008 iniziano a operare le prime aziende che offrono test “generici” direttamente al consumatore via Internet. I test genetici per lo sport sono ancora poco diffusi, possiamo dire che dal 2014-2015 sono in circolazione primi protocolli “specifici”. Vengono analizzati i campioni di DNA per una selezione delle varianti genetiche più ricercate legate alla risposta all’esercizio fisico, cercando di osservare il tutto con una visione d’insieme, dall’intensità dell’allenamento alla predisposizione agli infortuni sportivi. Il pannello DNAFIT (azienda inglese) realizzato dal genetista Keith Grimaldi e supervisore del mio progetto sperimentale, prevede un protocollo di inclusione rigoroso per valutare se un gene sarà incluso nei nostri rapporti. Ogni gene deve avere almeno 3 studi peer-review sugli esseri umani che dimostrino l’effetto, deve esserci un consenso su quell’effetto e quell’effetto deve essere modificabile attraverso un cambiamento ambientale e di stile di vita. Non ci sono banche date al momento disponibili. Il Barcellona, il Real Madrid, il Liverpool gran parte del campionato inglese di calcio è stato testato geneticamente. Il campione olimpico di salto in lungo inglese Greg Rutherford (testimonial DNAFIT) grazie al test genetico è riuscito a riprendersi dopo diversi infortuni vincendo successivamente Campionato Europeo – Mondiale e Olimpiade.
5) questi test possono farli tutti? Hanno un costo accessibile?
Il test genetico si fa una sola volta nella vita ed è accessibile sia dal campione olimpico che dallo sportivo della domenica. I risultati sono inseriti in un report che è uguale per tutti… il problema è a valle, serve un esperto che interpreti i dati e aiuti l’allenatore&atleta nel personalizzare meglio il training programmato. Le varie aziende che commercializzano i test fanno pagare l’analisi del profilo genetico e dopo (sono società commerciali) fanno pagare i relativi consigli, valutazioni e tabelle a costi variabili.
Il test genetico “DNA & Sport Life progetto”, ha un costo fisso (300 euro)… e copre le spese dei vari laboratori… una volta inserito i dati dei report nel Database, il progetto passa all’Associazione di Ricerca Sportiva SILVANALIBERTI2013 e qualsiasi tipo di supporto-valutazione-analisi e/o altro è gratuito.
Di seguito riportiamo due documenti, una serie di lucidi di presentazione del progetto ed il libro da lui scritto e di cui si può scaricare qui gratuitamente la seconda (e atutt’oggi ultima) edizione.
Presentazione del progetto
DNA & sport life (libro)
Infine questo documento, che dopo aver ripercorso e ri-spiegato quale ruolo può giocare la conoscenza del DNA dei nostri atleti analizza il ruolo di ciascun gene. E’ quindi una importantissima chiave di lettura del test.
Come leggere i test
LA NOSTRA ESPERIENZA
In aggiunta al materiale prodotto dal dottor Riccardo Longinari può essere d’aiuto alla comprensione dell’importanza dell’ indagine del DNA l’esperienza che ho avuto con due miei atleti, Giacomo Proserpio e Paola Castaldi, due lanciatori di martello da me allenati e che ringrazio per avermi permesso di rendere pubblica una loro fotografia così “intima” quale appunto il loro DNA.
Di ciascun atleta riporto i risultati dei profili ormonali per il training e quelli per l’ alimentazione e infine una tabella riassuntiva che compara i due atleti.
Castaldi Paola analisi training
Castaldi Paola analisi nutrigenica
Proserpio Giacomo analisi training
Proserpio Giacomo analisi nutrigenica
Confronto sinottico tra i due atleti
Legnano, 29 novembre 2018